Il Cybersecurity Information Sharing Act (CISA) del 2015 è una legislazione federale degli Stati Uniti che mira a migliorare la sicurezza informatica nazionale attraverso la condivisione facilitata di informazioni relative alle minacce cyber tra il settore governativo e quello privato. Questo atto legislativo incoraggia le aziende a condividere dati sulle minacce informatiche con il governo, offrendo in cambio una certa immunità legale contro cause che potrebbero sorgere a seguito della condivisione di tali informazioni.
Il principale obiettivo del CISA è quello di prevenire attacchi informatici su larga scala migliorando la collaborazione tra enti privati e pubblici nel rilevamento di minacce alla sicurezza informatica.
Cybersecurity in Europa ed in Italia
In Europa, uno degli strumenti legislativi più rilevanti in questo ambito è la Direttiva sulla sicurezza delle reti e dei sistemi informativi (NIS), adottata nel 2016. La Direttiva NIS mira a migliorare la sicurezza informatica in tutta l’Unione Europea, obbligando gli Stati membri a garantire un livello minimo di sicurezza per le reti e i sistemi informativi. Inoltre, promuove la condivisione di informazioni sulle minacce informatiche tra gli Stati membri attraverso la creazione di gruppi di cooperazione e la designazione di punti di contatto nazionali per la cybersecurity.
In Italia, la Direttiva NIS è stata recepita attraverso il Decreto Legislativo 18 maggio 2018, n. 65, che stabilisce misure per un alto comune livello di sicurezza delle reti e dei sistemi informativi in Italia. L’attuazione di questa normativa include l’istituzione dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, che svolge un ruolo chiave nella gestione delle questioni di cybersecurity a livello nazionale, inclusa la condivisione di informazioni sulle minacce cyber.
Sebbene il concetto di condivisione delle informazioni sulle minacce cyber sia un elemento comune tra il CISA americano e le iniziative europee e italiane, le specifiche normative e le modalità di attuazione differiscono a seconda del contesto legislativo e delle esigenze di sicurezza di ciascuna giurisdizione.
Protezione dei dati Personali CISA-NIS
La protezione dei dati personali è cruciale sia nel Cybersecurity Information Sharing Act (CISA) americano che nella Direttiva NIS italiana, pur con strategie diverse.
Il CISA facilita lo scambio di dati sulle minacce cyber tra settore privato e governo USA, aumentando la sicurezza. Tuttavia, preoccupa per la privacy, data la possibile inclusione di informazioni personali. Prevede misure per limitare la condivisione di tali dati.
La Direttiva NIS in Italia, seguendo la normativa europea, enfatizza la sicurezza delle reti e sistemi informativi essenziali, inclusa la gestione di dati personali. Integrata dal GDPR, impone regole severe sulla gestione dei dati personali, assicurando maggior controllo agli utenti.
Il CISA punta sulla condivisione informativa per la cybersecurity. La NIS, appoggiata dal GDPR, equilibra la sicurezza informatica con la tutela della privacy, grazie a regole precise. In Italia, questa visione è supportata dalle leggi nazionali e dalla vigilanza dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali, garantendo il rispetto del GDPR e delle leggi sulla privacy.
In conclusione, CISA e Direttiva NIS perseguono l’obiettivo di rafforzare la sicurezza informatica, ma si distinguono nell’approccio alla protezione dei dati personali. L’Europa e l’Italia, con il supporto del GDPR, privilegiano un modello che pone al centro la privacy e la sicurezza dei dati, cercando un equilibrio tra sicurezza informatica e diritti alla privacy.
Sfide e Criticità
Nonostante i benefici del “Cybersecurity Information Sharing Act” (CISA), emergono sfide e criticità, specialmente sulla privacy. La condivisione di informazioni sulle minacce cyber solleva questioni su come proteggere i dati personali. Il CISA cerca di bilanciare sicurezza e privacy, ma il timore che possa ampliare la sorveglianza governativa persiste. È cruciale trovare un equilibrio che rispetti sia la sicurezza nazionale sia i diritti individuali. Questo dibattito evidenzia l’importanza di considerare le sfide etiche dell’IA nell’uso della tecnologia per la sicurezza. La chiave sta nel sviluppare politiche trasparenti e meccanismi di supervisione efficaci.
Il confronto tra le criticità del modello americano, rappresentato dal Cybersecurity Information Sharing Act (CISA), e quello europeo, guidato dalla Direttiva NIS e dal GDPR, evidenzia approcci differenti alla sicurezza informatica e alla protezione dei dati personali.
Modello Americano: Cybersecurity Information Sharing Act
- Privacy e Sorveglianza: Una delle maggiori criticità riguarda la potenziale erosione della privacy, poiché il CISA permette la condivisione di vasti quantitativi di dati con il governo, sollevando timori di sorveglianza.
- Ambiguità Normativa: La legislazione può essere vista come troppo vaga riguardo alle garanzie di privacy, lasciando spazio a interpretazioni che potrebbero non tutelare adeguatamente i dati personali.
- Focus sulla Sicurezza Nazionale: Il CISA è principalmente orientato a migliorare la sicurezza nazionale, potenzialmente a discapito della protezione individuale dei dati.
Modello Europeo: (Direttiva NIS e GDPR)
- Equilibrio tra Sicurezza e Privacy: La Direttiva NIS, insieme al GDPR, stabilisce un equilibrio più marcato tra la necessità di sicurezza informatica e la tutela dei diritti alla privacy e protezione dei dati.
- Regole Chiare sulla Protezione dei Dati: Il GDPR fornisce un quadro normativo dettagliato per la protezione dei dati personali, con severe sanzioni per le violazioni, aumentando la trasparenza e il controllo degli utenti sui propri dati.
- Applicazione e Coerenza: Mentre il modello europeo è lodato per il suo approccio olistico alla protezione dei dati, affronta sfide nella sua applicazione coerente tra gli Stati membri, complicando talvolta la condivisione di informazioni sulle minacce a livello transnazionale.
In conclusione, mentre il modello americano si concentra più strettamente sulla sicurezza nazionale con una minore enfasi sulla privacy, il modello europeo cerca di bilanciare la sicurezza informatica con rigorose protezioni della privacy. Entrambi i modelli affrontano criticità relative alla loro implementazione e all’equilibrio tra sicurezza e diritti individuali, ma differiscono sostanzialmente nel loro approccio alla protezione dei dati personali e alla sorveglianza.